Monaci Agricoltori

La Trasformazione Agricola del Tigullio Attraverso l’Influenza del Monastero di San Colombano di Bobbio

Durante l’Alto Medioevo, il monastero di San Colombano di Bobbio svolse un ruolo cruciale nella trasformazione agricola del territorio del Tigullio. La cella di San Giorgio di Comorga di Carasco fu uno dei centri nevralgici per la diffusione di questa esperienza, insieme a altre celle nei territori di Borzonasca, Mezzanego, Ferriere, Santo Stefano d’Aveto e in Val di Taro.

 

L’Innovazione Agricola dei Monaci

I monaci ottennero vasti territori in conduzione e resero produttive nuove terre, introducendo conoscenze e tecniche agricole avanzate. Queste “celle bobbiesi” non solo diffusero il Vangelo, ma portarono anche:

  • Libri d’agronomia: Testi che contenevano conoscenze avanzate sulla coltivazione delle piante e la gestione dei campi.
  • Nuovi attrezzi agricoli: L’aratro e altri strumenti innovativi.
  • Tecniche agricole avanzate: Ripetuta zappatura dei suoli, ricostruzione di vigneti e frutteti, nuovi impianti di ulivi.

 

Contributi Specifici dei Monaci

I monaci agricoltori collaboravano quotidianamente con la popolazione rurale, ottenendo significativi risultati per la ripresa agricola. Secondo un censimento fondiario dell’862, le produzioni agricole principali erano:

  • Frumento: La coltura più diffusa.
  • Nuove sementi: Introduzione di grano bianco, panico, segale e spelta (le “seligine”).
  • Vigna da vino e olivicoltura: Reintroduzione e miglioramento delle tecniche di coltivazione.
  • Allevamento: Pecore e vacche per carne e formaggi, maiali conservati con l’uso di spezie.
  • Muri a secco: Rinnovo e costruzione di terrazzamenti per l’agricoltura.

 

Attrezzature Introdotte

Tra le attrezzature introdotte dai monaci, troviamo:

  • Aratro: Strumento fondamentale per la lavorazione del terreno.
  • Vanghe: Utilizzate per la coltivazione e la preparazione del suolo.
  • Storias: Stuoie in paglia per facilitare la raccolta delle olive.

Il monastero di San Colombano di Bobbio, attraverso le sue celle, ha avuto un impatto duraturo e significativo sull’agricoltura del Tigullio. I monaci non solo introdussero innovazioni tecniche e sementi migliorate, ma instaurarono anche un modello di collaborazione stretta con la popolazione locale, portando a una trasformazione agricola che ha lasciato un’eredità duratura nella regione.

Fonti

Viarengo G., “L’Albero della Cuccagna. Paesaggio, alimentazione e cucina nella Liguria di Levante”, Chiavari, Internòs, 2023

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