L’ardesia è una pietra unica, molto diversa dal marmo, che si distingue per la sua grana fine e la capacità di essere trattata in qualsiasi direzione. L’ardesia, invece, conserva la sua natura originaria di roccia sedimentaria. Durante milioni di anni, ha subito enormi compressioni che le hanno conferito una proprietà particolare chiamata “fissilità”, che permette di sfaldarla in lastre di spessore millimetrico.
Per la scultura, però, questa proprietà può essere un ostacolo. È necessario “dialogare” con l’ardesia, lavorandola con attenzione per non danneggiarla. Alcuni artisti contemporanei hanno accettato questa sfida, usando scalpello e mazzuolo con estrema cautela, rispettando le venature della pietra.
Anni fa, Mirko Gualerzi, proveniente dalla Pianura Padana, si stabilì a Uscio e iniziò un dialogo con l’ardesia. Fino alla sua scomparsa nel 2004, Gualerzi riscoprì l’ardesia “fontanina” per creare sculture e bassorilievi, come facevano gli artigiani-artisti del ‘400 e ‘500 per i portali istoriati delle case signorili di Genova e della Riviera. Gualerzi insegnò a molti giovani come scegliere e lavorare questa pietra. Tuttavia, la lavorazione dell’ardesia richiede molta fatica fisica, e molti giovani abbandonarono.
Lo scultore ungherese Berzsenyi Baläzs si innamorò dell’ardesia e creò un atelier presso l’antica cava di Cornia, aperto a chi volesse imparare a scolpirla dopo la scomparsa di Gualerzi. Tuttavia, anche Baläzs ha quasi abbandonato l’ardesia, preferendo altri materiali.
Pietro Burzi imparò sotto l’ampia tettoia dell’atelier, dove un tempo l’ardesia veniva lavorata per tetti, gradini e davanzali. Iniziò alla scuola di Baläzs e oggi continua a scolpire questa pietra difficile da lavorare a tutto tondo. Burzi ha partecipato a numerosi concorsi, mostre ed esposizioni negli Stati Uniti, in Francia, Spagna e in tutto il territorio nazionale, ricevendo diversi premi e riconoscimenti.Nel 2016, Burzi divenne protagonista di un documentario sulla scultura in ardesia realizzato dalla TV giapponese TBS – Tokyo. È anche menzionato nel Dizionario degli Artisti Liguri del Professor Germano Berlingheli.
L’arte della lavorazione dell’ardesia è una tradizione antica e affascinante, che continua a vivere grazie alla passione e alla dedizione di artisti come Pietro Burzi. Questo dialogo con la pietra, che richiede rispetto e abilità, mantiene viva una parte importante del patrimonio culturale della Liguria.
Lagomarsino R., “Nulla si ottiene se manca il dialogo”, in Centro di Documentazione della Civica Biblioteca di San Colombiano Certenoli (a c. di), “L’ardesia della Fontanabuona e le sculture di Pietro Burzi”, Chiavari, Grafica Piemme, 2017, collana “Quaderni del Lascito Cuneo”
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