Affioramenti e storie d’ardesia

Geografia degli Affioramenti di Ardesia

Le affascinanti terre dell’ardesia si dividono principalmente in tre aree distintive.:

  • Le cave del Monte San Giacomo. La prima zona, che si estende nell’immediato entroterra di Lavagna, è conosciuta come il monte San Giacomo. Qui, tra le pittoresche località di Cogorno e Santa Giulia, l’estrazione dell’ardesia ha radici profonde e storiche. Questi luoghi non sono solo testimoni di un’antica tradizione, ma rappresentano anche il cuore pulsante di una pratica che ha mantenuto intatti i propri metodi produttivi, organizzativi e tecnici fino ai primi decenni del XX secolo.
  • I giacimenti della Val Fontanabuona. La seconda area di rilievo è la valle Fontanabuona, o val Lavagna. Questa regione si estende dal passo della Scoffera fino alla piana del torrente Entella, che sfocia tra Chiavari e Lavagna. Le convalli sul versante nord, ricche di storia e tradizione, includono località come Lorsica, Orero e Tribogna. Qui, l’estrazione dell’ardesia iniziò a prosperare dalla metà alla fine del 1800, evolvendosi nel tempo fino a diventare una delle principali fonti di attività economica della zona. Le cave attive e gli stabilimenti di trasformazione presenti in Fontanabuona sono testimoni di un’industria che ha saputo adattarsi e rinnovarsi, trattando anche blocchi provenienti dalla provincia di Imperia.
  • L’estrazione dell’ardesia a Uscio e Tribogna. Non possiamo dimenticare una terza area di interesse all’interno della Fontanabuona, che comprende Uscio e Tribogna. In questa zona, l’attività estrattiva risale probabilmente al XVI-XVII secolo, grazie alla presenza di affioramenti ardesiaci favorevoli alla coltivazione a cielo aperto. Questi giacimenti hanno permesso lo sviluppo di un’industria locale ben prima che altrove nella valle, mantenendo viva una tradizione che si intreccia con la storia stessa della regione.

 

Utilizzo dell’Ardesia nella Storia

L’uso dell’ardesia risale al X secolo d.C., quando questa roccia iniziò a diffondersi inizialmente nell’ambito costiero locale e successivamente in luoghi sempre più remoti. Il nome stesso dell’ardesia, “Lavagna”, deriva dalla località d’origine, indicando l’importanza storica della città nel suo sviluppo e commercio.

 

Prime Menzioni Documentate

Tra il X e l’XI secolo, compaiono i termini “clapa olei”, “clapa piscium” e “clapa pannorum”, che indicano le lastre d’ardesia su cui venivano disposti alimenti vari per la vendita. Nel 1031, esiste una testimonianza anonima di una località chiamata “Claparia” sulle alture di Lavagna, indicante un luogo di estrazione e lavorazione delle lastre ardesiache.

 

Documento del 1176

La prima testimonianza documentata con certezza risale al 23 dicembre 1176, conservata nell’Archivio di Stato di Savona. In questo documento, i consoli di Savona e quelli di Recco notificano il rinnovo di un accordo per la fornitura di lastre di ardesia da parte dei Recchesi ai Savonesi, in cambio di aiuto e protezione per la chiesa di Santa Maria.

 

Crescita dell’Attività Ardesiaca

Dall’XI al XIV secolo si registra un notevole incremento produttivo nell’attività ardesiaca della zona, come evidenziato da numerosi documenti. Questo suggerisce che le origini dell’attività estrattiva e lavorativa dell’ardesia risalgano a un periodo precedente alla documentazione stessa, indicando una presenza significativa già nell’alto medioevo.

 

In sintesi, l’ardesia ha una storia millenaria, con radici profonde che risalgono all’alto medioevo e un’importanza crescente nel commercio e nella vita quotidiana delle comunità locali lungo la costa del Tigullio e oltre.

Fonti

Brandolini P., Lagomarsino R., Nicchia P., Terranova R., “Recupero e valorizzazione turistica di emergenze geomorfologiche ambientali e storico-culturali nelle aree delle ardesie interessate da attività estrattiva  nell’Appennino ligure”, in Terranova R., Brandolini P., Fipro M. (a c. di), “La valorizzazione turistica dello spazio fisico come via alla salvaguardia ambientale”, Bologna, PÁTRON Editore, 2005

Savioli L., “Tradizione e storia della lavagna”, in Mannoni T. (a c. di), “Ardesia. Materia, Cultura, Futuro”, Genova, Sagep Editrice, 1995

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