Sulle coste montuose del Tigullio ligure, si trovano in grande abbondanza giacimenti di ardesia. Grigia, con il suo tocco di austerità, questa pietra si è rivelata un tesoro versatile per chi ha imparato a sfruttarne creativamente i pregi. Per ogni suo pezzo, grande o piccolo che fosse, gli abitanti di Cogorno, Lavagna e della Fontanabuona – dove l’ardesia è estratta – hanno trovato un utile uso.
Con mani esperte, contadini e artigiani l’hanno impegnata per rivestire i locali dove conservano i preziosi raccolti, creando ambienti freschi e asciutti. Sono fatti di questa pietra i terrazzamenti – che qui sentirai chiamare “fasce” – realizzati per offrire agli ulivi e alla vigna un poco di piano lungo i pendii scoscesi. Realizzato “a secco”, il muretto dei terrazzamenti è resistente e paziente, capace di sfidare tempo e intemperie.
Gli scarti delle cave non siano sprecati! Anche i frammenti meno pregiati hanno trovato la loro collocazione in usi più modesti, ma non meno utili. Canali agricoli, trogoli per l’olio nei frantoi, vasche per liquami, condutture e lavatoi. L’ardesia di scarto si è piegata alla volontà dell’uomo, diventando supporto per i pali delle vigne, pozzi, panche rurali e gradini per superare i dislivelli dell’aspro terreno.
Sono spesso lastricate di ardesia le strade vicinali che uniscono case, frantoi e mulini. All’interno di questi ultimi la pietra nera è usata nella “pila”: il piano dove la mola, girando incessantemente, frantuma le olive dalle quali è estratto l’olio. Non solo le strade, ma anche le “creuze” delle campagne sono fatte di questa pietra. Le “alzate” dei gradini, contenendo ciottoli e terra, hanno permesso ai contadini di superare i dislivelli con maggiore facilità, creando percorsi sicuri e duraturi. Lungo questi sentieri, le lastre di ardesia, posizionate verticalmente, sono state posate per delimitare le proprietà e segnare confini da rispettare.
Infine, in un gesto di ingegnosità, l’ardesia si è trasformata nelle “prie bose”. Puoi trovare questi lastroni di ciappa, spessi e forati al centro, incastrati nei muri delle fasce o nelle parti alte degli edifici rurali. Qui, trattenevano solidamente i pali di legno che sorreggevano filari di vite o pergolati, creando ombra e supporto nelle giornate estive.
E così, l’ardesia, con la sua umiltà e versatilità, è parte integrante della vita quotidiana delle genti liguri, testimonianza silenziosa di un ingegno antico e di una natura generosa.
Beniscelli G., “Ardesia: pietra di Liguria”, Genova, SIAG, 1972
Montagni C., “Usi storici e restauro”, in Mannoni T. (a c. di), “Ardesia. Materia, Cultura, Futuro”, Genova, Sagep Editrice, 1995
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