La vigna, nelle colline marittime liguri, è un simbolo di tradizione e ingegnosità agricola. La “carassa”, termine dialettale derivato dal greco antico “karas”, indicava il palo della vigna. Gli archeologi hanno individuato uno dei vigneti più antichi nell’area di Marsiglia, da dove si è diffusa la viticoltura in Europa. Questo termine ha viaggiato con la cultura vitivinicola, diventando “carasa” nel Monferrato, “carasso” nell’alessandrino, “skaras” nel milanese, “skaratso” nel trevigiano e “karras” in Valtellina.
Il sostegno morto* come la carassa di castagno tipica del Tigullio, rappresenta un’evoluzione rispetto alla vite maritata, dove la vite cresce su un albero, tecnica che non favoriva né l’albero né la vite stessa. In alcune aree della Fontanabuona, la carassa poteva essere realizzata anche in ardesia.
I vigneti del Tigullio creano un’architettura paesaggistica unica, con migliaia di carasse e muri a secco che sostengono il minimo di terra per le vigne. Dopo la costruzione dei muretti a secco, i contadini collocavano i pali, potavano le viti e legavano i tralci, perpetuando gesti antichi. Nel Bollettino del Comizio Agrario del 1868, si riportano le specie di vite più diffuse: “albarola” a Lavagna, “Temosci” a Rapallo e molte altre varietà locali.
La produzione del vino nel Tigullio seguiva pratiche precise:
Durante la primavera, i lavori nei vigneti comprendevano la sistemazione dei tralci e l’alleggerimento del fogliame per favorire la maturazione dell’uva. Dopo la vendemmia di settembre, iniziava la delicata lavorazione del raccolto nelle cantine.
Il processo di produzione del vino era complesso e raffinato e intergava:
La viticoltura nel Tigullio è un esempio di come la tradizione e l’innovazione possano coesistere. Attraverso l’uso di tecniche antiche e attrezzature specifiche, i vignaioli del Tigullio hanno creato un paesaggio unico e una produzione vinicola di alta qualità, che continua a rappresentare una parte essenziale della cultura e dell’economia della regione.
Viarengo G., “L’Albero della Cuccagna. Paesaggio, alimentazione e cucina nella Liguria di Levante”, Chiavari, Internòs, 2023
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