La produzione orticola, destinata non solo al consumo domestico ma anche alla vendita, rappresentava una parte fondamentale dell’agricoltura ligure. Questi orti si trovavano principalmente nelle piane alluvionali lungo i principali corsi d’acqua, dove il terreno profondo e limoso e le falde acquifere garantivano un’irrigazione costante.
Gli ortolani liguri erano esperti nella rotazione delle colture, nella preparazione e conservazione delle sementi, e nella semina nei ciantâ, le tradizionali serre per le piantine ortive. Seguendo geometrie precise, trapiantavano le piante novelle, creando un paesaggio unico e armonioso.
Tra gli ortaggi coltivati, i cavoli, soprattutto il nero e il broccolo, erano predominanti. Altri ortaggi includevano patate, cicoria, pastinache, carote, scorzonera, lattughe, asparagi, porri, cipolle, aglio, rape, barbabietole, fave, piselli, ceci, lenticchie, fagioli, meloni, angurie, melanzane, pomodori e carciofi.
Alcune specie, come i cavoli, venivano lasciate fiorire completamente per raccoglierne i semi, che erano conservati in arbanelle di vetro o sacchetti, tenuti in cantina in condizioni di fresco, asciutto e buio. La semina seguiva un calendario preciso legato alle ricorrenze dei santi: i cavoli si piantavano per San Bartolomeo, le patate per San Giuseppe e il taglio delle canne avveniva con la luna di gennaio.
La cucina ligure, che utilizzava i prodotti freschi degli orti, seguiva un ciclo stagionale, con alimenti legati ai tempi stabiliti. Questo rapporto profondo con il tempo e le stagioni garantiva una cucina ricca di sapori autentici e freschi, riflettendo l’abbondanza e la varietà dei prodotti locali.
Gli orti liguri rappresentano un patrimonio agricolo ricco di tradizione e sapienza. La capacità degli ortolani di produrre ortaggi tutto l’anno, la varietà delle colture e il rispetto per il ciclo naturale delle stagioni rendono questa pratica un esempio di agricoltura sostenibile e profondamente radicata nel territorio. L’orto ligure non è solo una fonte di sostentamento, ma anche un simbolo di connessione con la terra e le sue tradizioni.
Viarengo G., “L’Albero della Cuccagna. Paesaggio, alimentazione e cucina nella Liguria di Levante”, Chiavari, Internòs, 2023
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