Le case dei contadini liguri, semplici ma incredibilmente funzionali, raccontano storie di vita agricola intrisa di duro lavoro e ingegno. Queste abitazioni, solitamente strutturate su due piani, erano progettate per soddisfare le esigenze quotidiane delle famiglie contadine.
Al piano terra, conosciuto come “u fundu”, si trovava la stalla e la cantina. Qui, il vino e l’olio venivano conservati, mentre il torchio e il frantoio, chiamati “supressa”, erano strumenti fondamentali per la produzione agricola. Di fronte o accanto al pianterreno, una scaletta di lastre d’ardesia conduceva all’abitazione vera e propria.
Davanti alla porta d’ingresso, quasi sempre si trovava una terrazza ombreggiata da un pergolato di vite, noto come “topia”. I pali di sostegno di questo pergolato erano fissati da lastre d’ardesia forate, chiamate “prie bose”. Questo spazio non solo forniva un luogo fresco per il riposo, ma rappresentava anche una connessione profonda con la terra e i suoi frutti.
All’interno, l’arredamento era ridotto al minimo indispensabile. Le stanze da letto erano semplici, e raramente si trovava un piccolo salotto. La cucina, o “cuscin-a”, era il vero centro della casa. Questo era l’unico locale che poteva essere riscaldato, sia con il tradizionale focolare, chiamato “fugà”, sia più recentemente con una stufa. Questo spazio rappresentava il cuore pulsante della vita domestica.
Il tetto della casa, a due spioventi, era coperto con abbadini d’ardesia, inclusi il fumaiolo. Le finestre, dette “barcun”, avevano davanzali poco sporgenti anch’essi in ardesia, spesso protette da inferriate e dotate di scuri interni chiamati “arvescue”. Questi dettagli architettonici univano estetica e praticità, offrendo protezione e resistenza agli elementi.
Le abitazioni contadine erano rifugi modesti ma ingegnosi, costruiti per rispondere alle esigenze della vita agricola. Ogni elemento, dalla struttura alle attrezzature, era pensato per sfruttare al meglio le risorse disponibili. La terrazza ombreggiata dal pergolato rappresentava un piccolo angolo di tranquillità in una vita dominata dalla fatica e dalle sfide quotidiane.
Le case dei contadini liguri, con la loro architettura semplice ma funzionale, riflettono la resilienza e l’ingegno delle comunità agricole del Tigullio. Queste abitazioni, intrise di storia e tradizione, continuano a raccontare storie di vita quotidiana, di connessione con la terra e di un modo di vivere profondamente radicato nelle risorse naturali e nella cultura locale.
Bertani A., “Come vivevamo. Case, cibo e salute dei contadini in Liguria a fine Ottocento”, a c. di Marengo A., Savona, pentàgora, 2021
Citi D., “I racconti delle pietre, della calce, del ferro e del legno. Di paese in paese nella Liguria montana”, Siena, Edizioni Cantagalli, 2013
Plomteux H., Cultura contadina in Liguria. La Val Graveglia, Genova, Sagep, 1980
Porcella M., “La fatica e la Merica”, Genova, Sagep, 1986
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