Le colline soleggiate di Cogorno e Lavagna erano suddivise in varie tipologie di coltivazioni, spesso promiscue:
In pianura, la terra era suddivisa tra prativa (prati), coltivazioni di cereali, frutta, verdure e ortaggi, tutte necessarie per soddisfare il fabbisogno locale. Tuttavia, queste aree erano spesso soggette alle inondazioni del fiume Entella e furono protette con argini solo in epoca tarda.
L’oliveto, spesso di proprietà comune, veniva venduto in quote simili alle navi. Gli ulivi erano spesso coltivati insieme ai fichi sulle tipiche fasce, ovvero terrazzamenti sostenuti da muretti a secco, costruiti con scarti di ardesia, che permettevano la coltivazione su pendii scoscesi.
Nel XIV secolo, Cogorno e Lavagna, insieme alle loro frazioni, erano note per la loro sviluppata coltura della vite. La produzione superava il fabbisogno locale e veniva commercializzata. La viticoltura era spesso promiscua, con la vite coltivata insieme ad altre piante, a differenza della coltivazione specializzata del Ponente ligure.
Nelle fasce più alte, tra i 400 e i 500 metri, il bosco di castagni era la forma di utilizzazione del suolo più estesa:
Nel XIII secolo, il bosco di castagni venne sfruttato anche per l’edilizia, l’artigianato e l’industria navale, specie a Genova. Le castagne erano principalmente destinate all’alimentazione umana, fungendo da succedaneo del grano e costituendo una materia di commercio locale. Solo una minima parte delle castagne veniva utilizzata per l’allevamento dei suini.
Le colline di Cogorno e Lavagna rappresentano un esempio di come le risorse naturali e le pratiche agricole locali siano state sapientemente integrate nel corso dei secoli. Dalle tecniche di coltivazione promiscua alla gestione dei boschi di castagni, queste aree hanno sviluppato un’architettura agricola e una cultura alimentare che hanno saputo adattarsi e resistere nel tempo.
Porcella M., “La fatica e la Merica”, Genova, Sagep, 1986
Viarengo G., “L’Albero della Cuccagna. Paesaggio, alimentazione e cucina nella Liguria di Levante”, Chiavari, Internòs, 2023
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