Sulla testa delle donne: le cogornine e le lavagnine trasportano l’ardesia

Lavagnine e Cogornine: le portatrici d’ardesia

A piedi scalzi, lungo i sentieri che dalla montagna scendono verso il mare, una fila di donne marcia portando un carico pesante come la fatica. Sono le “cogornine” o “lavagnine”, le portatrici d’ardesia, eroine silenziose di una vita qualsiasi, dura e senza sosta.

 

60 chilogrammi a piedi scalzi

Sessanta chilogrammi era il carico medio che queste donne straordinarie portavano sulla colonna vertebrale. Con le pesanti lastre di pietra bilanciate sopra la testa, d’estate riuscivano a fare fino a quattro viaggi al giorno – avanti e indietro – che si riducevano a uno solo durante l’inverno.  Se le lastre erano troppo grandi o pesanti, si univano in gruppi di numero pari – fino a sei – camminando a passi sincronizzati e tenendosi per braccio, come un’unica entità.

 

Un compenso misero, prezioso come il pane

Il lavoro era a cottimo e il compenso misero, ma prezioso come il pane per le loro famiglie. Per molte di loro, l’integrazione del bilancio familiare dipendeva dalla quantità di lastre che riuscivano a trasportare. Non era raro vedere queste donne caricarsi ai limiti delle loro possibilità, portare fino a venti lastre per volta, superando i settanta chilogrammi di peso.

 

La costruzione delle vie dell’ardesia

Riconoscendo il sacrificio di queste lavoratrici instancabili, la comunità si mobilitò per costruire una rete di strade pedonali apposite, ampie e agevoli, interamente lastricate e mantenute in ordine, sulle quali ancora oggi camminiamo. Per evitare che i piedi scalzi delle portatrici scivolassero sul lastricato levigato, si praticavano incisioni trasversali con il piccone, creando delle righe utili per far scolare la pioggia e migliorare l’aderenza.

 

Il giorno di paga

Ogni sabato, le “cogornine” si recavano dai commercianti di Lavagna per presentare le tavolette di ardesia su cui i cavatori avevano segnato i loro conti. Era un rito basato sulla buona fede: 50 soldi ogni 100 abbadini. I commercianti trascrivevano i dati e pagavano le donne per il loro lavoro settimanale.

 

Bellezza dannata

Scolpite nell’ardesia come le vie che percorrevano, nelle loro storie vive l’anima  della Liguria, dannazione di una bellezza forgiata nella fatica.

Fonti

Bruschi R., Lebboroni S., “Ritratto di Cogorno. L’antico feudo dei Conti Fieschi attraverso le sue memorie storiche”, Genova, De Ferrari Editore, 2000

Porcella M., “Gli uomini dell’ardesia”, in Centro di Documentazione della Civica Biblioteca di San Colombiano Certenoli (a c. di), “L’ardesia della Fontanabuona e le sculture di Pietro Burzi”, Chiavari, Grafica Piemme, 2017, collana “Quaderni del Lascito Cuneo”

Savioli L., “Tradizione e storia della lavagna”, in Mannoni T. (a c. di), “Ardesia. Materia, Cultura, Futuro”, Genova, Sagep Editrice, 1995

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