Nel XVIII-XIX secolo, Lavagna manteneva la sua importanza come centro commerciale grazie al commercio dei manufatti di ardesia, una specializzazione molto apprezzata.
I commercianti, al termine del 1700 e nel 1830, detenevano il controllo sul lavoro e le retribuzioni degli operai e delle portatrici, senza tutelare gli interessi della manodopera, neanche durante le crisi economiche.
Dopo il lavoro di estrazione, l’ardesia veniva trasportata a Genova tramite imbarcazioni, subendo un aumento di prezzo significativo. Questo aumento, di circa il 70%, includeva i costi di trasporto e il lavoro degli scalpellini, ma soprattutto le tariffe dei commercianti.
L’attività estrattiva dell’ardesia condivideva molte caratteristiche economiche con l’agricoltura povera: mancanza di capitali, vulnerabilità alle crisi di mercato e dipendenza dagli intermediari commerciali. Ciò costringeva all’autosfruttamento e alla dipendenza dal lavoro umano, ignorando le possibilità offerte dall’evoluzione tecnologica.
La seconda metà dell’Ottocento vide un’importante emigrazione verso le Americhe, segno del persistente disagio economico. Nonostante l’ardesia fornisse un reddito più sicuro rispetto all’agricoltura, i lavoratori delle cave erano spesso vittime di povertà e malnutrizione, con una vita media inferiore ai cinquant’anni.
I cavatori scendevano sottoterra per sfuggire alla povertà e alla minaccia della fame, trovando nell’ardesia una fonte di reddito alternativa. La vendita dell’olio, la filatura del lino e l’estrazione dell’ardesia integravano i modesti guadagni delle comunità rurali, offrendo un sostentamento indispensabile in periodi di crisi agricola.
Nonostante le dure condizioni di lavoro e i rischi sottostanti, i cavatori vedevano nell’ardesia una via di fuga dalla miseria e dalla fame, pronti a sopportare ogni fatica pur di garantire il sostentamento delle loro famiglie.
Porcella M., “La fatica e la Merica”, Genova, Sagep, 1986
Porcella M., “Gli uomini dell’ardesia”, in Centro di Documentazione della Civica Biblioteca di San Colombiano Certenoli (a c. di), “L’ardesia della Fontanabuona e le sculture di Pietro Burzi”, Chiavari, Grafica Piemme, 2017, collana “Quaderni del Lascito Cuneo”
Savioli L., “Tradizione e storia della lavagna”, in Mannoni T. (a c. di), “Ardesia. Materia, Cultura, Futuro”, Genova, Sagep Editrice, 1995
Itinerari di diversa durata e adatti a ogni gusto e livello di preparazione, alla scoperta dei luoghi e dei panorami più belli e suggestivi del Tigullio ligure.
Lasciati guidare e fatti sorprendere dai tesori nascosti che il territorio del Tigullio ligure è capace di offrirti in ogni stagione.
Percorsi escursionistici, arrampicata, mountain-bike e molto altro… Scegli lo sport a contatto con la natura che fa per te!
Spettacoli, Teatro, Musica, Enogastronomia, Reading… Vivi le proposte culturali e artistiche, immerse nel paesaggio ligure.
Geologia, birdwatching, ingegneria naturalistica e altre iniziative, per coltivare consapevolezza e responsabilità per le questioni ambientali.
Catalogo del patrimonio materiale e immateriale, preziosa risorsa del Tigullio per fare comunità e per lo sviluppo locale.
Preserva la storia e le tradizioni del territorio del Tigullio ligure e tienile vive per le generazioni future.